Un colloquio amichevole (Pt. II, 22.20.983)

Il capitano entra nella sala mensa. Getta uno sguardo distratto ai diversi commensali, i suoi sottoposti. Senza troppa fretta, si avvicina alla cucina, infilandosi al suo interno. Prende un paio di padelle, strani ingrendieti e si butta ai fornelli attendendo Hackett.

Sirius entra nella mensa. Si presenta all'apparenza molto provato, con due occhiaie che scavano un volto stanco e la divisa macchiata di sudore.
Si siede ad un tavolo, si guarda intorno e rivolgendosi al connector:

"Capitano, io ci sono, quando vuole"

(Davide, ho dato per scontato che, essendoti infilato in cucina, il mio pg non riesca a vederti nell'immediato)

Neil si sta tranquillamente girando quelle che sembrano delle uova in una padella, insieme a della pancetta abbrustolita. Con il gomito sfiora appena il connector "In cucina, sono in cucina". Dice appena un auch quando uno schizzo di olio sobbalza, quasi sfiorandolo. Sorride, però, soddisfatto delle due porzioni che sta preparando.

Sirius scuote leggermente la testa sospirando a sentire le parole di Stravinsky e sbuffa mentre si alza. Entrando in cucina e vedendo il capitano intento a preparare da mangiare, gli compare una grinza sul lato destro della bocca, che se non fosse stato così stanco forse avrebbe potuto sembrare un sorriso. Dice appoggiandosi su uno dei tavoli con tono neutro:

"Hai fame, capitano?"

"Direi di si, perché, tu no?" chiede con calma, mentre riversa l'intruglio, abbastanza profumato nonostante qualche segno di bruciatura di troppo "Ho sempre fame quando mi scende l'adrenalina da battaglia"

La battaglia. Sembrava già qualcosa di accaduto mesi prima... Sirius scuote stancamente la testa.

"Un ottimo lavoro..." si lascia sfuggire con tono neutro. Quindi aggiunge dopo una breve pausa facendo cenno verso l'intruglio: "Ce ne sarebbe un po' anche per me? Ho una fame assurda"

Indica il secondo piatto, bruciacchiato come il primo, ma tutto sommato, specie per gli standard dell'esercito e della marina, appettibile "Le battaglie sembramo sempre molto distanti quando finiscono. Cosa voleva dirmi, allora?" si siede su uno dei mobili della cucina, iniziando con calma il suo pasto, leggere occhiaie sotto lo sguardo.

Sirius prende il secondo piatto e lo osserva senza che si riesca a trapelare dalla sua faccia se gradisca o meno.

"La prima cosa, Capitano, è che ho dato il permesso a quelli del Team Scirocco di apportare delle modifiche alle proprie UTM e a rinominarle come meglio credono. Sarà solo qualche mano di vernice, ma spero che li aiuti un a creare un legame col proprio mezzo", dice mentre cerca una forchetta.

"Spero che ti piaccia l'iniziativa. Ovviamente il tutto attende la tua approvazione. Ho dato loro due giorni di tempo, quindi le richieste ti dovrebbero arrivare a breve"

"Facciamo che ho approvato" affonda con calma la sua forchetta nel piatto. Lui lascia trasparire il suo gradimento per la sua creazione "Non sono mica come quegli ammiragli che mi hanno impedito di verniciare di rosso la Athena e di disegnare dei bei fulmini sulla fiancata. Continui" dice, aspettando il resto delle news di Hackett.

Sirius si prende un momento prima di arrivare al secondo punto, quello più importante e la vera ragion d'essere di quell'incontro. Scosta alcuni pezzettini di cibo bruciacchiato con la forchetta e la sua attenzione sembra completamente assorbita dal proprio piatto, mentre dice:

"Ho parlato con uno dei prigionieri e potrei avere una pista sull'abbattimento della navetta del vice ministro Siegel. E chi cerchiamo è in questo settore"

Alza gli occhi, abbastanza interessato sembra, Affonda la forchetta nelle uova (?), prendendone un boccone con calma

"Sono tutt'orecchie"

Il tuorlo dell'uovo forato dalla forchetta di Sirius si era allargato sempre di più nel piatto, mentre il giovane pilota era restato ad osservarlo per un tempo che gli era parso durare una settimana (nove giorni per l'esattezza).

"Geissler, il comandante dell'unità di mech prigioniero sulla nave, non è stato molto preciso. Si è limitato dirmi di controllare il computer di bordo della loro nave perché sembra che abbiano intercettato delle comunicazioni provenienti da questo settore che corrispondono con le frequenze utilizzate durante l'attacco fuori dall'orbita di Dacia", pausa. "Il fatto è che una persona che conoscevo e che credevo morta potrebbe avere un ruolo in tutto questo".

"Perché non gli dice di darci il codice di accesso al computer, così, per far prima?" chiede, non si sa se ironicamente o meno. Prende un paio di forchettate di "coso", prendendosi tutto il tempo del mondo "Di chi parliamo esattamente? In cosa rischiamo di andarci a cacciare?"

"Sono abbastanza sicuro che se lo avesse saputo, me lo avrebbe detto, Capitano", gli risponde. Sirius sembra risvegliarsi leggermente dal torpore in cui si trova.

"Stiamo parlando di Gregor Kaminos. Era il leader della mia cellula su Dacia. Apparentemente non è ancora morto. Sono sicuro che i database della vostra intelligence possano fornirti più informazioni su di lui di quante non te ne possa fornire io" conclude Sirius frettolosamente e col tono neutro e distaccato di chi ricorda una pesante sconfitta.

"Uhm ..." si fa pensoso mentre giocherella con il cibo, quasi senza più fame. Sembrano passati anni da quando ha preparato le uova. Quell'ultima informazione sembra aver riattivato qualcosa nel cervello del capitano "E cosa c'entrerebbe Kaminos con tutto questo? Mercenario? Leader? Semplice esecutore?"

"Vorrei tanto saperlo. Potrebbe avere a che fare con Dacia; potrebbe trattarsi solo di denaro; oppure, potrebbe essere motivato dalla pura e semplice voglia di continuare a uccidere. Non ho mai capito cosa passasse nella sua testa e quanto fosse veramente fedele agli ideali di cui si faceva alfiere". Sirius alza la testa dal piatto e guarda Stravinsky con occhi leggermente lucidi: "So solo che dobbiamo fermarlo. Io devo farlo".

"Ancora una volta non saprei dirlo, ma a giudicare da come mi ha parlato della questione suppongo nuovamente che se l'avesse saputo me l'avrebbe detto".

Sirius dà le ultime forchettate ha un piatto ormai vuoto e lo poggia sul ripiano a fianco a lui.

"Questo è tutto, Capitano. Se ti dovesse venire altro in mente, non esitare a chiedere. Io penso di andare a prendermi una doccia per poi tornare a letto"

"Faccia pure. Penso ci penserò su, e vedrò cosa posso fare. Abbiamo tra le mani troppe cose da fare, poco tempo e decisamente sempre meno mezzi per rincorrere ogni singola cosa" sbuffa, appena, ma si intravede un sorriso tra i fili di barba mal fatta. Posa anche lui il piatto, facendo sparire anche quello di Sirius in un lavabo-automatico.

Dopo aver fatto un cenno con la testa, Sirius esce dalla cucina.